Concorso Poesia “Pasquale Fortunato” serata conclusiva

Data:
10 Agosto 2016

Concorso Poesia “Pasquale Fortunato” serata conclusiva

Angeli del mare, di Giuseppe Leccardi, Milano; Andra tutto bene, amore mio!, di Giuseppe Brunasso, Santa Maria Capua Vetere; A mia madre di Caterina Izzo, Santa Marina. Queste le liriche vincitrici del Concorso poesia “Pasquale Fortunato”, che si è svolo il 7 agosto A Santa Marina.

“Per l’autore, i migranti sul barcone sono gli “angeli del mare”. L’autore fa emergere doviziosamente riflessioni rilevanti sulle problematiche di chi specula senza scrupoli sulla vita di gente sfortunata, che, abbandona il proprio paese per fuggire dalla guerra pur sapendo che va incontro ad una eventuale morte”.

“La lirica fissa le emozioni che l’autore prova al cospetto del suo amore morente e l’empatia che si crea tra chi avverte di essere alla fine del proprio percorso di vita e chi ha il doloroso compito di accompagnarlo nel trapasso”.

“La madre resta il punto di riferimento dell’autore anche se non c’è più, con la sua figura si intesse un serrato dialogo in relazione al suo vivere quotidiano paragonandola quasi ad una figura divina. Ottima poesia carica di sentimento nei confronti di una madre defunta”.

Queste le motivazioni  della giuria composta da don Enzo Morabito, parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Sapri, Gaetano Bellotta, giornalista ed insegnante, Bruno Cariello Regista, Attore e scrittore, Rocco Ettorre, presidente dell’associazione “Valorizziamo Caselle”, ed organizzatore del concorso poesia “Abele Parente” a Caselle in Pittari, Evidea Ferrara, dirigente scolastico, Angelo Palatucci, poeta, ed organizzatore del Premio Nazionale di poesia “Spiga di grano” a Giovi, e Domenico Sateriano, professore, scrittore e storico. Le tre liriche vincitrici sono state selezionandole tra oltre 230 poesie, proventi da tutta Italia.

Unica poesia in vernacolo giunta fra i dieci finalisti è stata ‘Aborte, di Enrico Del Gaudio, Castellammare di Stabia, che ha donato il suo libro al Comune di Santa Marina, una raccolta di poesia della prima edizione del Premio Madonna dell’Arco di cui Enrico è organizzatore. Anche la poetessa e scrittrice Dora Capobianco, di Torre Orsaia, gradita ospite della serata, ha voluto omaggiare il Comune con due suoi scritti, “bagliori nella memoria”, e il “tesoro di don Scipione”.

I testi andranno ad arricchire la Biblioteca Comunale, che sarà realizzata all’interno del Convento San Francesco.

Quest’anno il Concorso è stato dedicato ad Adriana Giudice, giovane donna di Santa Marina prematuramente scomparsa, in sua memoria al figlio e al marito, Nicola e Giovanni La Neve, l’Amministrazione comunale ha voluto regalare una targa e un orologio, oltre ad un omaggio floreale, offerto anche a Lidia Giudice, mamma di Pasquale Fortunato a cui il concorso è dedicato.

Nel corso della serata sono stati assegnati due premi alla cultura, a Bruno Cariello Regista, Attore e scrittore, di San Giovanni a Piro e a Francesco Cariello, ballerino, coreografo e direttore artistico di Policastro Bussentino.

Ad allietare la serata i musicisti, Vincenzo Bilo violinista, Angelo Saturno fisarmonicista, Paola Riccardi pianista, Arturo Viola clarinettista, e la splendida voce del soprano Marina Mega.

Hanno presentato Marianna Falese e Olga Marotta.

Poesie vincitrici:

ANGELI DEL MARE 

 

Angeli neri, angeli senz’ali

sporchi di sangue per le mille piaghe,

anime senza volti né sorrisi

ombre già invisibili da vive.

Angeli che non sapevano nuotare

caduti nell’abisso che misura

tutta la profondità del mare

col metro della nostra indifferenza.

Angeli che ora dormono in pace

dopo troppi mesi di calvario,

in viaggio tra dolori e sofferenze,

fra gente ostile e il silenzio dei deserti.

La vostra tomba è un urna di cristallo

senza nomi incisi né una data,

fossa comune, senza confini

che vi conserva nell’acqua salata

come statue abbattute d’un presepe

che non reca gioia ma dolore.

 

La storia non registra i vostri  dati

confusi nella cronaca dei giorni,

la vostra vita di stenti e di miserie

è un diario di pagine bianche.

Prima le grida, le urla disperate

i tonfi dei corpi nel mare in tempesta,

il terrore negli occhi d’una madre

che partorisce il figlio per la morte

e nell’attimo del primo vagito

per istinto se lo stringe al petto

accompagnandolo verso l’infinito.

 

Poi la quiete, il silenzio del mattino,

il volo dei gabbiani nel sereno,

il vento che ora soffia più leggero.

Nel cimitero d’acqua riposano vicini,

cullati dalla onde e dalla sabbia,

le madri, i padri, i loro bambini

e su quei volti gonfi, stralunati

un gioco di correnti e di conchiglie

cancella per un attimo la rabbia

che resta intatta in chi sopravvissuto

nulla ha potuto fare per salvarli.

GIUSEPPE LECCARDI MILANO

“ANDRA’ TUTTO BENE, AMORE MIO!”            

 

Asciugai dal tuo volto infinite lacrime di dolore;

scendevano incoscienti in rivoli copiosi,

sprezzanti  dell’angoscia  riflessa nei miei occhi inquieti.

Le assaggiai con un bacio vestito di malinconia,

possedevano il tormento delle onde nel mare in tempesta.

Mi smarri in quell’abisso di turbamenti

sorseggiando l’amaro dei tuoi ultimi giorni:

quelli che finiscono incuranti dell’orrore che arrecheranno.

Mi guardasti, cercavi conferme al tuo destino ormai segnato.

Fu allora che scelsi di mentirti.

Chiesi al coraggio di offrirmi il più bello dei sorrisi:

“Andrà tutto bene, amore mio!”

 

GIUSEPPE BRUNASSO Santa Maria Capua Vetere (Ce)

A mia madre

Voglio dirti
che senza di te
sono orfana davvero…IIn questa sera
di stelle e di pace
ti voglio,
tu che conosci le mie dolcezze,
la mia forza,
tu che mi ami
anche attraverso il silenzio,
tu che mi sorridi
dai veli della memoria,
tu che dolorosamente
emergi dai silenzi
e dalle ragnatele
del tuo personale deserto
per donarmi un bacio
per chiamarmi con l’anima….
Ti voglio chiamare
anche se non senti le voci
e rincorri i ricordi…
ti voglio
contro il male,
contro Dio,
ti voglio
per dirti
che ci sei dentro,
che ci sei nel mare e nella stella del cielo,
nel mio cuore,
fra le voci del silenzio e della notte,
ci sei sempre
nella memoria del mio nascere
e del divenire,
ci sei anche se di te non parlo,
non dico e non grido…
ci sei mamma
e sei libera
come il gabbiano su Lazzaro,
come la pace che rassicura il cuore
e ti accoglie,
unica luce nella volubilita’ degli altri,
dei pensieri,
delle paure…
Pensa!
Sei di un altro mondo,ormai
e solo li’ puoi sopravvivere
per la gioia dolorosa che mi dai
perche’posso ancora abbracciarti…
sei li’
al confine con il mio mondo faticoso e pazzo
e ci sarai sempre

Caterina Izzo, nata a Castellammare di Stabia, residente a Santa Marina

Ultimo aggiornamento

11 Dicembre 2021, 16:52